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Cos’è lo smart working e quali sono i vantaggi?

La digitalizzazione sta contribuendo alla dematerializzazione degli uffici: un fenomeno che ha portato alla nascita dello smart working, detto anche lavoro agile, che consiste nella possibilità di lavorare senza postazione fissa, nel rispetto dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, previsti dalla contrattazione collettiva nazionale.


I vantaggi dello smart working, con il suo superamento dei limiti fisici e temporali, sono numerosi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore:

  • Consente di ridurre i costi dei trasporti;
  • Riduce lo stress, favorendo la conciliazione tra vita personale e lavoro;
  • Aumenta la produttività;
  • Permette di risparmiare sui costi fissi: come l’affitto dei locali e i consumi di corrente e acqua.


Per ciò che riguarda il monitoraggio delle performance si passa dal controllo delle ore di lavoro alla verifica del raggiungimento di obiettivi, precedentemente concordati tra il datore di lavoro e il telelavoratore.


La Legge n.81 del 22 maggio 2017, con l’introduzione della disciplina dello smart working, ha chiarito i dubbi di molti dirigenti, sia per quanto riguarda il trattamento normativo che retributivo.
Nella fase preliminare viene sancito un accordo scritto tra le parti, che definisce ogni aspetto della modalità di esecuzione della prestazione, tra cui ad esempio: gli strumenti utilizzati dal lavoratore, le regole per il rispetto della riservatezza e i tempi di riposo del telelavoratore.

Smartworking: quali sono i diritti del lavoratore?


Con la circolare INAIL n.48/2017 vengono chiariti gli aspetti relativi:

  • La tutela della salute e della sicurezza;
  • La retribuzione e classificazione tariffaria;
  • La tutale assicurativa.


In particolare l’accordo può essere sia a tempo indeterminato che determinato, ed inoltre lo smart worker usufruisce dello stesso trattamento economico e normativo dei colleghi che lavorano in ufficio.
Il lavoratore agile, ha diritto alla tutela prevista in casi di infortuni e malattie professionali ed inoltre a fianco dei limiti di orari, la norma riconosce il diritto alla disconnessione, che sottolinea come la prestazione lavorativa debba essere mantenuta, entro i limiti dell’orario di lavoro praticato in sede.